Giuseppe Pellegatta e la Battaglia del San Martino

Giuseppe Pellegatta di Francesco ed Adelaide Seveso, era nato a Cesano Maderno il 12 novembre 1925.  Di professione falegname, fu tra i primi brianzoli ad intuire che la Lotta di Liberazione poteva rappresentare un  grande momento di riscatto per il Paese.

Insieme agli amici Carlo Colombo e Angelo Quirci, nell’ottobre 1943 scappò da casa per unirsi ai partigiani del “Gruppo Militare Cinque Giornate Monte San Martino di Vallalta-Varese” che operava nell’Alto Varesotto. Tra il 13 e il 15 novembre 1943 i partigiani del “Gruppo Cinque Giornate” lottarono sul San Martino, montagna tra la Valcuvia e il lago Maggiore, contro i tedeschi del 15° Reggimento SS. Polizei. Spregiudicati e coraggiosi al limite dell’incoscienza, i tre vissero quel periodo come una grande avventura che per Giuseppe si concluse tragicamente: dopo essere stato catturato e sottoposto ad un violento interrogatorio, venne fucilato in località Duno la mattina del 15 novembre 1943. Angelo Quirci e Carlo Colombo, invece, si salvarono e rientrarono a Cesano Maderno per aggregarsi ai sappisti delle Brigate Garibaldi che si stavano organizzando anche in Bassa Brianza.

La battaglia del San Martino viene citata nei libri di storia come uno dei primissimi esempi di lotta partigiana, ma per noi è anche la battaglia dove morì il primo martire cesanese della Resistenza. Alla memoria di Giuseppe Pellegatta è intitolata la Sezione dell’ANPI di Cesano Maderno. Oggi le sue spoglie riposano nel Famedio del Cimitero Maggiore di Cesano Maderno, accanto agli altri cesanesi che hanno reso grande la nostra città.

Angelo Quirci era nato a Piacenza nel 1927 e, ancora bambino, si era trasferito a Cesano Maderno con i genitori, Mario e Anna Colombo, il fratello Franco e la sorellina Giulia. Aveva solo 16 anni quando maturò la volontà di entrare nella Resistenza e di unirsi ai partigiani del colonnello Carlo Croce. Quando dopo due mesi tornò a casa, il padre non gli risparmiò una sonora dose di schiaffoni, ma poi la rabbia lasciò spazio alla comprensione e non trovò nulla da ridire quando scoprì che Angelo si era nuovamente unito ad un gruppo di partigiani, quelli della 185^ Brigata Garibaldi.

Qualche tempo prima di quei drammatici giorni, Giuseppe Pellegatta e Angelo Quirci avevano pensato di suggellare la loro amicizia con una fotografia, nella quale sono ritratti uno di fianco all’altro, belli, eleganti e spensierati. Fu quello l’ultimo momento sereno della loro giovinezza, quello in cui decisero che sarebbero diventati uomini. Rivista oggi, a quasi ottant’anni di distanza, quella fotografia ci racconta la storia di due giovani amici cesanesi disposti a sacrificare tutto, anche la vita, nel nome del più nobile degli ideali: la libertà.

 

Carlo Pietro Colombo era nato a Cesano Maderno il 9 febbraio 1926 da Ettore e Maria Villa. Nell’ottobre 1943 si allontanò da casa per unirsi ai partigiani del “Gruppo Militare Cinque Giornate Monte San Martino di Vallalta-Varese”. Il ricordo dei mesi trascorsi sulle montagne del Varesotto lo accompagnò per tutta la vita. Da un lato la consapevolezza di avere contribuito a scrivere una pagina importante della nostra Resistenza, dall’altro il rammarico di avere perso tragicamente l’amico Giuseppe Pellegatta, fucilato dai tedeschi il 15 novembre 1943.

Dopo la battaglia di San Martino Carlo rientrò a Cesano Maderno e si unì ai partigiani della 185^ Brigata Garibaldi. Ricercato dalla polizia repubblichina, trovò riparo presso una zia di Saronno. Fu anche arrestato e incarcerato, riuscì a fuggire durante il viaggio di trasferimento verso un campo di concentramento nei pressi di Verona.